Un esperto consiglia di gdare i film romantici in modo più critico.
L’amore non deve cancellare la tpersonalità / Foto Getty Images
La storia di un’ambiziosa ragazza di città che incontra un bonario ragazzo di provincia e si innamora a tal punto da essere disposta a rinunciare a tutti i suoi progetti per una vita con lui è tornata sugli schermi cinematografici per le festività natalizie.
Se da un lato questi film offrono conforto e un prevedibile lieto fine, dall’altro spesso trasmettono l’idea che i sogni delle donne possono essere facilmente messi da parte se arriva l’amore, scrive Hill Harrop, docente senior di psicologia forense presso l’Università di Worcester, per Psychology Today.
La ricerca di Rahayu mostra che le donne spesso “cancellano” inconsciamente se stesse nelle relazioni, anteponendo le esigenze del partner alle proprie. Se al cinema questo sembra romantico, nella vita reale può trasformarsi in una tranquilla delusione e in una perdita di sé.
Secondo Maslow, il senso di realizzazione è la chiave per sentirsi appagati nella vita. Il partner può fornire amore e sostegno, ma il viaggio verso la realizzazione spetta a ciascun individuo. A volte questo non significa trasferirsi in una piccola città, ma tornare alla grande metropoli e alle proprie ambizioni.
La ricerca di Zahro e colleghi (2023) dimostra che le donne possono essere forti e indipendenti e allo stesso tempo costruire relazioni profonde, il che significa che le due cose non si escludono a vicenda. Forse, invece di abbandonare definitivamente la carriera, l’eroina del film potrebbe lavorare a distanza e il suo coltivatore di alberi di Natale potrebbe trovare un lavoro stagionale in città, suggerisce l’articolo:
“Naturalmente, se uno dei due vuole davvero rinunciare a tutto per una nuova avventura, va bene lo stesso, purché la scelta sia basata sulla realizzazione di sé piuttosto che sulla rinuncia ai propri sogni”.
Ricordiamo che in precedenza lo psicologo ha formulato due domande che dimostrano rapidamente se si conosce il proprio partner.
